
Trasferirsi all'estero non significa solo cambiare vita, ma anche affrontare aspetti fiscali complessi. Per ridurre i rischi e prevenire spiacevoli sorprese è utile affidarsi a professionisti, continuando però a monitorare i propri conti. Questa guida raccoglie gli errori fiscali più comuni da evitare, per aiutarti a pianificare l'espatrio con maggiore sicurezza e tranquillità .
Trascurare le implicazioni fiscali legate all'espatrio
All'inizio può sembrare superfluo informare la propria banca del trasferimento, soprattutto se si è già deciso quali conti mantenere attivi o chiudere. In realtà , trasferirsi significa molto più che scegliere quali conti bancari conservare. Prima di partire è fondamentale rivedere la propria situazione finanziaria nel suo insieme, così da prevedere come evolverà nel nuovo Paese. Questo passaggio è particolarmente importante se hai obiettivi chiari, come avviare un'attività , acquistare un immobile da mettere a reddito o costruire un patrimonio a lungo termine in vista della pensione. Anche senza un piano definito, non bisogna mai trascurare le conseguenze fiscali di un trasferimento all'estero.
Consiglio:
Informa la tua banca del trasferimento il prima possibile. Molti grandi istituti offrono la possibilità di convertire il conto in ‘non residente'. Se la tua banca non prevede questa opzione, è consigliabile rivolgersi a un esperto di fiscalità internazionale, che potrà guidarti in base al tuo profilo e al Paese di destinazione.
Dimenticare di dichiarare i conti bancari esteri
Se resti fiscalmente residente nel tuo Paese d'origine, hai l'obbligo di dichiarare alle autorità fiscali eventuali conti aperti all'estero. Ad esempio, se vivi per lavoro in Brasile, Polonia o Emirati Arabi Uniti, ma la tua residenza fiscale è ancora in Italia, l'Agenzia delle Entrate deve essere informata dei tuoi conti esteri. La mancata dichiarazione può comportare sanzioni, più o meno elevate a seconda che esista o meno un accordo di cooperazione fiscale tra l'Italia e il Paese in cui hai aperto il conto.
Consiglio:
Nel caso tu abbia la residenza fiscale in Italia, comunica all'Agenzia delle Entrate ogni conto aperto all'estero, anche se lo hai chiuso durante l'anno o lo hai utilizzato solo una volta. L'obbligo riguarda non solo le banche, ma anche altre istituzioni finanziarie, comprese le piattaforme che permettono di aprire conti digitali per inviare e ricevere denaro.
Dimenticare di aggiornare lo stato del conto corrente in Italia
Quando ti trasferisci all'estero non sei obbligato a chiudere il tuo conto corrente in Italia, anzi può essere utile mantenerlo attivo per gestire pagamenti, incassi o spese legate al Paese d'origine. Tuttavia, non puoi continuare a usarlo come conto "residente": una volta che ti iscrivi all'AIRE e cambi la tua residenza fiscale, la banca deve adeguare lo status del conto.
Nella pratica questo significa che l'istituto non modifica semplicemente il contratto, ma chiude formalmente il vecchio conto da residente e ne apre uno nuovo come non residente. Per te la differenza può sembrare minima, perché a volte restano invariati IBAN e condizioni operative, ma dal punto di vista legale si tratta di un nuovo rapporto bancario con regole fiscali diverse. In questa fase la banca potrebbe chiederti documenti aggiuntivi, come la certificazione di residenza estera o la prova di iscrizione all'AIRE.
Consiglio:
Prima di partire conviene parlare con la propria banca per chiarire come viene gestito il passaggio a un conto non residente. Alcuni istituti semplificano la procedura mantenendo le condizioni del vecchio conto, altri applicano costi diversi o richiedono più documentazione. Conoscere in anticipo le regole ti evita sorprese e ti aiuta a pianificare meglio la tua vita finanziaria all'estero.
Non dichiarare il cambio di residenza fiscale
Alcuni espatriati non dichiarano il cambio di residenza fiscale perché vogliono restare legati al Paese d'origine o perché credono che vivere all'estero li esenti automaticamente. Spesso fanno riferimento alla "regola dei 183 giorni" come se fosse l'unico criterio determinante. In realtà , questa regola è solo uno degli elementi da considerare. Le amministrazioni fiscali valutano, di solito, diversi criteri: il nucleo familiare, il luogo principale di soggiorno (dove appunto entrano in gioco i 183 giorni), il lavoro e gli interessi economici prevalenti. La maggior parte dei Paesi segue criteri simili.
Consiglio:
Verifica con attenzione le regole sulla residenza fiscale. Ad esempio, se ti trovi temporaneamente all'estero ma la tua famiglia rimane nel Paese d'origine, l'Agenzia delle Entrate potrebbe considerarti comunque residente fiscale. Il nucleo familiare è uno dei primi aspetti presi in esame per stabilire la residenza. Analizza con cura la tua situazione prima di partire.
Investire come se fossi un residenteÂ
Trasferirsi in Paesi come Canada, India, Finlandia o Thailandia significa spesso adottarne le abitudini, ed è un ottimo modo per sentirsi parte del posto. In campo fiscale, però, "investire come un locale" può trasformarsi in un errore. La questione centrale è chiarire il tuo orizzonte: pensi di restare per sempre, o vedi il trasferimento come una tappa temporanea? I rischi di certi investimenti emergono soprattutto al momento del rientro in Italia, di un ulteriore espatrio o quando entrano in gioco questioni ereditarie. Non basta inseguire rendimenti interessanti: serve una strategia adatta al tuo status di residenza, al tuo profilo di investitore e ai tuoi obiettivi sul lungo periodo.
Consiglio:
Prima di decidere, confrontati sia con la tua banca in Italia sia con quella del Paese in cui vivi, e se possibile rivolgiti a consulenti esperti in trasferimenti internazionali. Strumenti globali come le polizze vita o gli investimenti immobiliari possono essere utili, ma solo se hai chiaro il quadro normativo che li regola.
Affidarsi solo al proprio banchiere
Se non hai molta esperienza in materia, è normale ricorrere ai servizi di un esperto in pianificazione fiscale internazionale. Tuttavia, affidarsi ciecamente al proprio banchiere, ai conoscenti o a un consulente può essere rischioso: è il modo più semplice per commettere errori. I professionisti competenti non mancano e possono davvero aiutarti a organizzare le tue finanze all'estero, ma è fondamentale conoscere le regole di base.
Consiglio:
Fai le tue ricerche prima del trasferimento. Non serve frequentare corsi, ma è bene conoscere i principi chiave della fiscalità sia nel Paese d'origine che in quello di destinazione. In questo modo potrai costruire strategie coerenti con il tuo profilo.
Fraintendere le regole fiscali del Paese d'origine
Anche se acquisisci lo status di non residente fiscale, potresti dover continuare a pagare tasse in Italia. Questo può succedere se possiedi immobili, percepisci ancora redditi, hai legami familiari, programmi un rientro o devi affrontare questioni ereditarie. Per questo motivo è fondamentale avere almeno una conoscenza di base del sistema fiscale italiano prima di partire.
Consiglio:
Rivedi bene le tue fonti di reddito prima del trasferimento. Che cosa intendi fare con la tua casa? La metterai in affitto? E l'auto? Continuerai a generare redditi in Italia? Avere le idee chiare su questi aspetti ti permette di evitare brutte sorprese con il fisco.
Non informarsi sul sistema fiscale del Paese ospitante
Le recenti riforme in Paesi come la Thailandia, o il Regno Unito, dimostrano quanto la fiscalità sia legata alla politica. Una nuova legge, una fase di instabilità o un cambiamento economico possono incidere direttamente sui tuoi piani a lungo termine. Prima di trasferirti, informati sul contesto locale: il Paese è politicamente stabile? Le istituzioni sono affidabili? Qual è la situazione socio-economica? Quanto è solida la valuta? Per ridurre i rischi è importante diversificare gli investimenti, bilanciando soluzioni sicure e opzioni più rischiose in base al tuo profilo. Se sei poco incline al rischio, evita i prodotti che promettono guadagni rapidi e molto elevati.
Consiglio:
Non puoi prevedere tutto, ma conoscere il contesto locale ti aiuta a gestire meglio gli imprevisti. Una buona strategia fiscale dovrebbe offrirti margini di flessibilità anche nei momenti difficili.
Trascurare la pianificazione successoria
Le regole in materia di eredità cambiano molto da Paese a Paese e i costi possono essere rilevanti. L'Italia, ad esempio, applica condizioni più favorevoli rispetto ad altri Stati europei, con una franchigia di 1 milione di euro per figli e coniugi e un'imposta del 4% oltre quella soglia. Negli Stati Uniti l'esenzione è ancora più alta, pari a 5,6 milioni di dollari, con aliquote che arrivano fino al 40%. In Francia, invece, la franchigia per i figli è di soli 100.000 euro. In Austria, Svezia e Norvegia non esiste la tassa di successione. Quando ti trasferisci all'estero, devi considerare tutti i beni che possiedi, sia in Italia sia nel Paese ospitante: case, terreni, auto, gioielli, opere d'arte, investimenti finanziari e così via.
Consiglio:
Le norme successorie sono complesse e variano nel tempo. Verifica se esiste una convenzione fiscale tra l'Italia e il Paese in cui vivi, pianifica eventuali rientri o cambiamenti del tuo progetto di espatrio e rivolgiti a un esperto. Ricorda che le regole possono cambiare rapidamente, come dimostra l'abolizione dello status di "non-dom"Â nel Regno Unito.
Lasciare i risparmi fermi sul conto
Il denaro perde valore se resta inattivo, e l'inflazione lo dimostra chiaramente. Per chi vive all'estero, uno degli errori più comuni è concentrare tutti i risparmi in un unico strumento: se i tassi calano o l'inflazione aumenta, il rischio è di rimetterci. Un altro errore è lasciare il denaro fermo sul conto corrente senza generare alcun rendimento. C'è poi chi preferisce tenere grandi somme in contanti, scelta diffusa nei periodi di crisi o incertezza bancaria, ma altrettanto rischiosa. In tutti i casi, il risultato è lo stesso: il denaro fermo si svaluta.
Consiglio:
Invece di accumulare liquidità , diversifica: assicurazioni sulla vita, azioni, piani di risparmio casa, metalli preziosi e altro. Informati sui pro e i contro di ogni investimento per chi vive all'estero. Evita le scorciatoie del tipo "mi arricchisco in fretta" e fai particolare attenzione ai prodotti ad alto rischio come le criptovalute. Nel dubbio, rivolgiti a un professionista.
Fonti: