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Andare in pensione all'estero: guida per pensionati italiani

pensionati all'estero
Image by JetalProduções from Pixabay
Scritto daFrancescail 10 Settembre 2025

Molti italiani scelgono di trasferirsi all'estero dopo la pensione, attratti da un costo della vita più basso, da un clima favorevole o da un miglior tenore di vita. Ma come funziona il pensionamento fuori dall'Italia? Dalla normativa europea agli accordi con Paesi extra-UE, dalla doppia imposizione fiscale alla sanità, questa guida chiarisce tutto ciò che bisogna sapere per godersi la pensione all'estero senza sorprese.

Andare in pensione all'estero è una scelta sempre più comune tra gli italiani. Secondo l'INPS, ad oggi, oltre 300.000 pensionati italiani risiedono fuori dai confini nazionali. Scopri come funziona, in concreto, il trasferimento della pensione all'estero e quali sono i diritti e i doveri fiscali, sanitari e burocratici del pensionato italiano espatriato.

In pensione all'estero: cosa dice la legge

I cittadini italiani che decidono di trasferirsi all'estero dopo il pensionamento possono continuare a percepire la pensione INPS senza interruzioni. Per riceverla nel Paese di residenza devono registrarsi all'AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero) e comunicare il nuovo domicilio.

L'INPS effettua il pagamento tramite convenzioni con enti locali (es. Citibank per l'estero) e può erogare la pensione in euro o nella valuta locale. Il pensionato ha l'obbligo di compilare annualmente un modulo di attestazione di esistenza in vita, richiesto da molti Consolati italiani.

Le regole cambiano a seconda della destinazione: all'interno dell'Unione Europea valgono norme stabilite a livello comunitario, mentre per i Paesi extra-UE contano gli accordi bilaterali che l'Italia ha stipulato con i singoli Stati.

Pensione nei Paesi UE e SEE: come funziona il coordinamento dei contributi

Chi sceglie di trasferirsi in un Paese dell'Unione Europea (o dello SEE) beneficia di regole comuni che semplificano la vita. Il riferimento è il , che coordina i sistemi di sicurezza sociale degli Stati membri. In pratica, i contributi versati in diversi Paesi europei possono essere sommati per calcolare la pensione, così nessun anno di lavoro va perduto. Ogni Stato paga poi la sua parte, proporzionata ai contributi accumulati, senza che la pensione “si sposti” da un Paese all'altro.

Paesi extra-UE: accordi bilaterali e condizioni

Se invece la meta si trova fuori dall'Unione Europea, non esiste un quadro normativo comune. In questi casi, la tutela dei diritti previdenziali dipende dagli accordi bilaterali che l'Italia ha firmato con i singoli Stati. Alcuni di questi accordi prevedono, proprio come in ambito europeo, la possibilità di sommare i contributi versati in Italia e all'estero; altri invece si limitano a regolare aspetti diversi, come il trasferimento della pensione o la tassazione. Per questo motivo la situazione varia molto a seconda della meta scelta. L'Italia ha sottoscritto convenzioni con Paesi come Tunisia, Argentina, Australia, Brasile, Canada, USA, Svizzera e Uruguay.

In presenza di un accordo, la pensione può essere trasferita e i contributi versati all'estero vengono valorizzati. Diverso è il tema fiscale: se non esiste una convenzione contro le doppie imposizioni, il pensionato rischia di pagare le tasse sia in Italia, sia nel Paese di residenza.

Tassazione: chi paga cosa, e dove?

Uno degli aspetti più delicati è la residenza fiscale: se il pensionato si iscrive all'AIRE e risiede stabilmente all'estero per oltre 183 giorni l'anno, può beneficiare della tassazione locale, se prevista da un accordo contro la doppia imposizione fiscale.

La normativa distingue però tra pensioni da lavoro privato e pensioni da lavoro pubblico:

  • Le pensioni da lavoro privato, pur erogate dall'INPS, vengono in genere tassate solo nel Paese di residenza estera, a condizione che esista una convenzione fiscale con l'Italia.
  • Le pensioni da lavoro pubblico (ad esempio quelle di ex dipendenti statali, enti locali, forze armate o docenti universitari), anch'esse pagate dall'INPS ma di natura diversa, restano quasi sempre imponibili in Italia, anche se il pensionato vive all'estero. Solo alcune convenzioni internazionali prevedono eccezioni a questa regola.

In assenza di un accordo bilaterale, si rischia la doppia imposizione, cioè il pagamento delle imposte sia in Italia che nel Paese di residenza.

Sanità e assistenza sanitaria

Chi si trasferisce in un Paese UE può usufruire dell'assistenza sanitaria locale grazie al modulo S1, rilasciato dall'ASL italiana e valido per ricevere cure come un cittadino locale.

Nei Paesi extra-UE, l'accesso alla sanità dipende dagli accordi bilaterali. In molti casi è consigliabile stipulare una polizza assicurativa privata.

È importante verificare prima della partenza se la copertura sanitaria italiana decade e come poter accedere ai servizi sanitari nel nuovo Paese di residenza.

Consigli pratici prima del trasferimento

Trasferirsi all'estero da pensionati richiede pianificazione, per evitare ritardi o complicazioni burocratiche. Ecco alcuni consigli per prepararsi al meglio:

  • Contattare l'INPS per verificare l'idoneità al trasferimento della pensione e la presenza di convenzioni nel Paese scelto.
  • Richiedere il modulo S1 per l'assistenza sanitaria in UE.
  • Iscriversi all'AIRE entro 90 giorni dal trasferimento.
  • Verificare la residenza fiscale e informarsi sulla doppia imposizione: nei Paesi senza convenzione con l'Italia, infatti, si rischia di pagare le tasse due volte. .
  • Preparare la documentazione necessaria: codice fiscale, documento d'identità, estratto contributivo...
  • Aprire un conto estero, se necessario, per l'accredito della pensione

Focus Paesi: Tunisia e Portogallo, due mete privilegiate per i pensionati italiani

Tunisa: fiscalità vantaggiosa e vita a basso costo

La Tunisia rappresenta da anni una delle destinazioni preferite dai pensionati italiani, soprattutto per il costo della vita contenuto e il regime fiscale favorevole. In virtù della convenzione bilaterale contro la doppia imposizione fiscale stipulata con l'Italia, i pensionati del settore privato, residenti in Tunisia, possono ricevere la pensione lorda e pagare le imposte solo secondo le aliquote tunisine, molto più basse rispetto a quelle italiane. Inoltre, è prevista una riduzione dell' 80% sulla base imponibile per chi trasferisce la pensione su un conto in valuta convertibile, o in dinari convertiti, presso una banca tunisina. Questo si traduce in un'imposizione fiscale reale molto bassa.

E' fondamentale però:

  • Iscriversi all'AIRE e trasferire la residenza fiscale in Tunisia.
  • Non percepire pensioni pubbliche (che restano tassate in Italia).
  • Verificare con l'INPS la modalità di pagamento e la documentazione necessaria.
  • Considerare una copertura sanitaria privata, poiché la sanità pubblica locale non è sempre adeguata agli standard europei.   

Grazie all'accordo bilaterale con l'Italia, i pensionati sono tutelati dal rischio di doppia imposizione, a differenza di quanto accade in Paesi privi di convenzioni.

Se cerchi informazioni sul pensionamento in questo Paese, entra in contatto con gli italiani in Tunisia e fai le tue domande cliccando qui.

Portogallo: fine del regime agevolato, ma resta un'opzione interessante

Fino al 2023, il Portogallo è stato al centro dell'attenzione grazie al regime fiscale dei residenti non abituali (RNH), che permetteva ai pensionati stranieri di non pagare imposte sulla pensione estera per 10 anni. Dal 2024 questo regime è stato ufficialmente abolito per i nuovi residenti, e chi ha ottenuto lo status entro il 31 dicembre 2023 lo mantiene fino a scadenza.

Attualmente, i pensionati italiani che si trasferiscono in Portogallo devono pagare l'imposta sul reddito (IRS) sulla pensione estera, con aliquote progressive. Tra gli aspetti interessanti di espatriare in Portogallo, trovi:

  • Qualità della vita buona, anche in città come Lisbona, Faro o Porto.
  • Clima mite e rete sanitaria moderna ed efficiente (accessibile con modulo S1).
  • Ampia comunità italiana residente.
  • Costo della vita che, pur aumentato, è ancora più basso rispetto a molte città italiane.

Anche in questo caso, l'esistenza di una convenzione fiscale con l'Italia tutela i pensionati dal rischio di doppia imposizione.

Per informazioni sul pensionamento in questo Paese, entra in contatto con gli italiani in Portogallo e fai le tue domande cliccando qui.

Fonti:

Formalità burocratiche
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A proposito di

Dal 2012 gestisco la community italiana di , dove accompagno quotidianamente italiani già espatriati o in procinto di trasferirsi. Rispondo alle loro domande, attraverso i forum, su temi cruciali come lavoro, alloggio, sanità, scuola, fiscalità, burocrazia e vita quotidiana all’estero. Il mio ruolo è ascoltare, orientare, condividere risorse affidabili e facilitare il contatto tra espatriati per stimolare la condivisione di esperienze. Gestisco anche la comunicazione e la traduzione di contenuti per la piattaforma. Scrivo articoli per il magazine di , affrontando tematiche fondamentali per gli italiani nel mondo come tramandare la lingua italiana ai figli nati all’estero, le relazioni interculturali e l'identità italiana nel mondo, le opportunità di studio e lavoro per i giovani italiani all’estero, l'assistenza sanitaria per gli espatriati italiani e la burocrazia italiana per chi vive all’estero (AIRE, documenti, rinnovi, ecc.). Gestisco inoltre la sezione delle guide, dove mi occupo della traduzione di contenuti dall'inglese all'italiano, e la sezione del magazine dedicata alle interviste degli italiani all'estero: una vera e propria fonte di informazioni sulla vita all’estero, dalla viva voce di chi l’ha vissuta e la racconta per aiutare altri italiani nel loro progetto di espatrio. Nel corso degli anni ho intervistato vari profili tra cui studenti, professionisti, imprenditori, pensionati, famiglie con figli, responsabili dei Centri di Cultura italiana all'estero, dirigenti delle Camere di Commercio Italiane nel mondo, e membri del Com.It.Es. Ho contribuito all'organizzazione di varie iniziative che hanno ricevuto ampia copertura da AISE (Agenzia Internazionale Stampa Estero), dall'agenzia giornalistica nazionale Nove Colonne, da ComunicazioneInform.it e da ItaloBlogger.com, come rappresentante degli expat italiani nel mondo. Un riconoscimento che valorizza il mio impegno nella promozione della cultura italiana e nella creazione di legami comunitari significativi.

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